ROCCU U STORTU di Francesco Suriano, diretto e interpretato da Fulvio Cauteruccio, scene e luci Loris Giancola, assistenza alla regia Alessio Martinoli, produzione Kripton
A distanza di 11 anni dal debutto, Fulvio Cauteruccio, con una maggiore consapevolezza, decide di ridare voce e carne alla storia rabbiosa e coinvolgente del contadino calabrese Roccu, che va in guerra, la Prima Guerra Mondiale, per un pezzo di terra. Una storia sempre attuale in un mondo che non impara dal tragico passato.Ma Roccu è anche altro. E’ un bracciante che vive della raccolta d’olive, frutto che in Calabria gode di un religioso rispetto. E’ uno storico che racconta, in perfetto italiano, una terribile cronaca di guerra, una infame e ben documentata epopea.E’ infine “u stortu”, lo scemo del villaggio, l’uomo che ha subito un danno e che ha urgenza di parlare. Lo fa attraverso un lungo assolo interiore fitto di proverbi, filastrocche e canzoni. Il racconto di uno spirito libero che compone un violento attacco all’ordine militare in guerra e al governo dei Savoia, rigenerando al tempo stesso il dialetto in un idioma assolutamente contemporaneo.
TITANIC di e con Roberto Latini, musiche originali Gianluca Misiti, luci Max Mugnai, aiuto tecnico Nino Del Principe, organizzazione e cura Federica Furlanis, promozione Nicole Arbelli, produzione Libero Fortebraccio Teatro San Martino
Se il carro diretto al Paese dei Balocchi nel Pinocchio di Collodi avesse avuto un nome probabilmente si sarebbe potuto chiamare come la nave-simbolo di tutto il Novecento. Un’intera generazione dell'era contemporanea, come Lucignolo, ha atteso la mezzanotte ed è salita nel 1912 sul transatlantico più famoso della storia. Mentre l’America declinava in tutte le sue speranze il sogno americano, un qualsiasi iceberg interrompeva improvvisamente la più grande festa della storia moderna spegnendo le luminarie che sui ponti scimmiottavano le stelle. Prima ancora delle guerre mondiali, col Titanic sono naufragati lo spirito e l'aspirazione di un'intera civiltà. Una specie di incosciente e incolpevole suicidio collettivo come l'inaspettato errore di sistema che sospende la serra delle nostre relazioni. Essere attori di questo Teatro è come essere saliti sul Titanic. Mentre la nave affonda, mentre tutto intorno cade giù, mentre non si capisce mai se quello che tocchiamo è ormai il fondo o se il fondo in fondo non c’è mai, noi, da anni, anni, anni, tutti i giorni, tutti, noi, noi tutti, suoniamo, suoniamo e continuiamo a suonare.
LE TROIANE con Francesca Mazza, regia Fabrizio Arcuri, produzione Accademia degli Artefatti
Le Troiane è parte del ciclo epico di Mark Ravenhill Spara/Trova il tesoro/Ripeti. Siamo ancora davanti a un conflitto, questa volta quello arabo israeliano, ma è un conflitto a cui ci siamo abituati attraverso la televisione e le molte notizie mancate, al punto da sembrarci inesistente, finto come un videogioco. Il punto di vista perde qualsiasi contatto con la realtà, non può più esserci perché non c’è nessuna realtà da quest’altra parte dello schermo, e gli spettatori si ritrovano in un gioco in cui improvvisamente sono essi stessi personaggi di una storia inspiegabile, che non ha più verità.
Con il sostegno di Nuovo Teatro Abeliano